Responsabilità è una parola che di solito non piace. Quando la nominiamo o la pensiamo, c’è spesso una sensazione di pesantezza sulle spalle e un movimento di rifiuto istintivo. Responsabilità viene spesso associata a “ dovere”, un altro termine poco amato. “Responsabilità”, nella mente di molte persone assume il significato di limitazione della propria libertà, di fare prova di serietà e di maturità, di farsi carico di cose importanti. Insomma, non evoca cose leggere e gioiose.
Questo pensiero comune ha fuorviato il senso filosofico di questa parola che indica invece un’assunzione di libera scelta, di libero arbitrio. Dal latino responsus, di res-pòndere, essa assume il senso di “rispondere” a qualcuno o a se stessi, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano. Nella formazione per Facilitatori Ccms, Responsabilità è una chiave per trasformare delle situazioni di sofferenza in opportunità di crescita e di perdono. Come vogliamo rispondere ad una situazione in cui ci sentiamo vittima di qualcuno? Possiamo, ad esempio, continuare a cercare un colpevole, volere giustizia oppure gridare vendetta. Possiamo anche dare una risposta diversa: comprendere come siamo arrivati a quel punto, vederne la dinamica, scegliere come risponderci: perdonando, lasciando andare, crescendo, diventando più forti e più maturi, imparando soprattutto cose nuove su noi stessi e scoprendo risorse profonde che ignoravamo di avere. L’altro, il “nemico” che ci ha ferito può diventare l’attivatore di qualcosa di più grande in noi stessi.
Marie Noelle Urech
Per info e iscrizioni al corso di Facilitatore:
telefono (+39) 0761 17 11 794