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Una seconda vita

Una seconda vita

Francesca, una signora di 64 anni si rivolse a me per una serie di situazioni in cui si sentiva bloccata, con un forte dolore alle spalle che le bloccava anche le braccia. Si era separata dal marito da circa un anno,  con cui aveva adottato in passato due bambini stranieri che una volta adulti, ebbero problemi con alcool e droga. Col marito, la relazione era di tipo "padre padrone" finché lei non ebbe il coraggio di allontanarsi da lui e,  a 63 anni, di chiedere il divorzio.  Nel primo incontro, abbiamo lavorato subito sul messaggio del corpo e del dolore alle spalle che le tagliava il fiato e la bloccava nei movimenti. Accertata l’assenza di cause fisiche e traumatiche- era chiaro che il corpo rendeva visibile un dolore dell’anima e della mente - il dolore si manifestava ogni volta che aveva una comunicazione con il marito o con uno dei figli che si trovava all’Estero. Alla fine dell'incontro, il dolore era quasi scomparso, il respiro era ampio e poteva muovere le braccia e la testa senza soffrire. La cliente poté recuperare anche un sonno più tranquillo e più lungo. Negli incontri successivi, affrontammo la relazione col marito, una rapporto di totale sudditanza da parte di Francesca che si annullava completamente davanti alle decisioni del marito. Il problema che mi presentò era la vendita della casa intestata a lei e dove avevano abitato finché lei non avesse richiesto la separazione.  Questa casa non si riusciva a vendere! Si sentiva angosciata all’idea di non potere recuperare una somma che le avrebbe permesso di vivere più tranquilla e in autonomia. Una serie di tecniche energetiche volte a rafforzare la sua autostima,  e alcune visualizzazioni mirate da fare a casa per 21 giorni,  sbloccarono la situazione. Quando ci incontrammo per la quarta volta, la casa era venduta! Un’altra dimostrazione di come cambiando i nostri schemi mentali possiamo capovolgere le situazioni! Ovviamente, ci sarebbe ancora da trasformare la relazione con i figli adottivi, altre cose da riequilibrare per cui saranno necessari altri incontri.  Nel caso di Francesca, la priorità è stata il dolore fisico, poi l’autostima e l’autonomia economica. Il perdono e il lasciare andare saranno le tappe successive che coroneranno il coraggio di rimettersi in gioco, anche a 63 anni.

MNU, Practitioner Ccms

 

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