Ildegarda, dal lontano XII secolo, torna con la forza di un'archetipo per richiamare uomini e donne del XXI secolo a stabilire un nuovo equilibrio nel modo di affrontare la Vita, la Società umana, la conoscenza, la spiritualità, l’arte e la scienza. La visione del mondo di Ildegarda è analogica. Il legame analogico tra l’uomo/microcosmo e l’universo/macrocosmo, sostenuto sin dall’antichità, ha formato nel corso dei secoli la base di numerosi saperi, tra cui la teologia, l’astrologia, la politica, la medicina.
Per gli antichi greci l’universo era un ente vivente analogo all’uomo che ne faceva parte e come tale si componeva di anima e corpo. Curiosamente è lo stesso modello che ci rivela oggi la fisica quantistica, la teoria delle stringhe e la teoria matematica dei frattali: un granello di sabbia contiene l’universo, l’atomo è una rappresentazione del sistema solare, il nostro corpo è composto degli stessi atomi del sole, delle stelle, delle galassie. Non solo, nel nostro corpo sono scritti gli archivi della storia umana e conservate le memorie atomiche di regine e giullari di corte, di santi e peccatori, di maghi e di scienziati, di ricchi e di mendicanti, di geni e di stolti, di rivoluzionari e di conservatori, di tutto ciò che è stato prima di noi e che viene riscoperto oggi dalla psicogenealogia e dalle costellazioni familiari.
In quali domini della conoscenza, Ildegarda ha applicato la visione analogica? Nella medicina e in quello che oggi noi chiamiamo Ecologia e che riguarda la relazione dell’uomo con la Natura e la terra che abita. Questi due ambiti sono profondamente collegati in quanto, agli occhi di Ildegarda, la salute dell’uomo/microcosmo è collegata a quella della Terra/macrocosmo. Questo modello analogico assume un’importanza enorme nei nostri giorni in cui la medicina occidentale vive un passaggio critico, così come viene richiamata la nostra responsabilità per curare e custodire il pianeta Terra.
Il successo attuale delle cure olistiche poggia sul fatto che contemplano l’uomo come un tutto tra anima e corpo, e sono protese verso l’ unità professata da Ildegarda. In effetti, le sue conoscenze dell’arte della cura seguono un percorso circolare che abbraccia la musica, l’uso delle erbe e delle pietre, l’alimentazione la preghiera, il lavoro sui pensieri e le emozioni (vizi e virtù), e soprattutto è sorretto da una vera e propria cultura della gioia, un percorso che riporta l’uomo, imbrigliato nei suo ruoli e averi, all’essere, alla presenza. La via della guarigione, secondo Ildegarda, sta nel ritrovare questo punto di unione, il continuum tra dentro e fuori, tra uomo e natura, tra cielo e terra, che ella chiama Viriditas. Oggi lo potremmo chiamare stato di coerenza, armonia.
Ildegarda definisce la malattia uno stato di incoerenza (disordine) e di tristezza, mentre la salute corrisponde a uno stato di coerenza (ordine) e di gioia.
Marie Noelle Urech