Le conoscenze mediche di Ildegarda si basano sugli aspetti frequenziali dei rimedi, che lei chiama “sottigliezze”, e anticipano la medicina che oggi chiamiamo “vibrazionale” o “quantistica”. Dopo le piante, un altro vettore delle “sottigliezze” sono le pietre cui Ildegarda ha dedicato una intera sezione della sua opera Physica. Il legame con i cristalli, le pietre e la guarigione è molto antico ed è sempre stato tenuto in grande considerazione nelle culture sciamaniche sia come strumenti di chiaroveggenza sia per il recupero dell’anima della persona ammalata . L’uso dei cristalli per la cura è accuratamente documentato nei Veda, ed è presente ancora oggi nella Medicina Ayurvedica che cura con le pietre preziose sia gli squilibri fisici che quelli mentali. La fisica e l’elettromagnetismo forniscono oggi le prove scientifiche di ciò che gli antichi popoli hanno sempre saputo: poiché tutto vibra a certe frequenze, un cristallo o una pietra può alterare le frequenze di altri oggetti e corpi che si trovano nelle vicinanze. Oggi sappiamo che i cristalli sono dei collettori ed emettitori di fotoni. Per questo motivo oltre al loro posto prevalente nel mondo informatico, essi giocano un ruolo importante come amplificatori di guarigione. Tutti i cristalli hanno una struttura reticolare lungo la quale gli atomi sono posizionati a distanze precise, in modo da provocare una specifica oscillazione che entra in risonanza con quella di un determinato organo, che viene così attivato. Nel suo De lapidibus Ildegarda descrive le sottigliezze delle pietre, le ore del giorno in cui nascono, e il livello di energia solare che esse contengono. Secondo lei, le pietre e i cristalli veicolano le informazioni della Luce e degli elementi (acqua, fuoco, aria, terra) che possono riequilibrare il campo energetico. Le possiamo anche considerare una specie di diapason che immettono il “la” per riportare a un ordine armonico le frequenze caotiche di un corpo indebolito o malato. Le pietre non vanno considerate come rimedi: sono vettori e condensatori di energia e lavorano più sul corpo eterico che non sul corpo fisico. Ildegarda suggerisce di metterle a contatto con la parte sofferente del corpo, oppure di utilizzarle nella preparazione di elisir. Nella preparazione degli Elisir le pietre vanno esposte alla luce solare (pietre chiare) o lunare (pietre scure) per qualche ora, e poste in un medium, come l’acqua di fonte o il vino, dove trasferisce le sue vibrazioni. Un perfetto principio omeopatico! Per la preparazione degli Elisir rimando i lettori al mio libro : Ildegarda, la medicina della Luce per l’Anima e il corpo