Con l'Anima e il corpo, l'uomo può operare cose meravigliose” (Causae et Curae).
Nella medicina di Ildegarda non esiste una netta distinzione tra corpo e anima, come nel modello della medicina attuale. Ildegarda descrive l’interazione tra Anima e corpo come la condizione inderogabile della salute o della guarigione. La malattia è l’espressione visibile e tangibile di un "male di vivere" invisibile e insidioso che nasce da percezioni distorte della realtà e che fa del corpo una prigione. Si può manifestare quando l’uomo si allontana dalla sua missione evolutiva o rinuncia ad un progetto superiore. Per attivare la guarigione, Ildegarda è esplicita: bisogna prima di tutto confrontarsi con le cause reali della malattia, capirne il messaggio e il senso che riveste nella nostra vita, attivare la cognizione di se stessi che essa induce. La PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia) e l’approccio psicosomatico hanno confermato questo pensiero dal momento che ricollega alle cause di un disturbo o di una patologia, uno stato di divisione interiore, un atteggiamento mentale negativo, un trauma o, comunque, una profonda sofferenza psichica. La visione medievale di Ildegarda e quella olistica del XXI secolo concordano anche su questo punto: l’uomo è un essere conflittuale, intendendo che egli è spesso diviso interiormente tra pensieri ed emozioni contrastanti e, di conseguenza, è soggetto alla malattia. Sempre questa prospettiva, la malattia potrebbe rivelarsi un invito dell’Anima a ritornare alla verità, ad uno stato di unione interiore. Essendo la salute una condizione naturale, l’uomo si ammala quindi quando odia, si adira, si vergogna, quando perde il legame con il Bene e con la Verità. L’odio, la rabbia e l’orgoglio sono quelle passioni letali che deprivano l’uomo della Viriditas, lo indeboliscono e lo uccidono. La visione di Ildegarda rimane tuttavia sempre ottimistica: se abbiamo il potere di ammalarci, altrettanto lo abbiamo di guarire e di rimanere in salute! L’Arte della cura di Ildegarda è un’arte complessa e raffinata che l’Occidente ha saputo padroneggiare in passato ma che poi ha abbandonato per la scientificità e l’evidenza. Oggi stiamo recuperando i saperi del passato unendoli alle conoscenze attuali. Questa confluenza ci rivela che il nostro corpo è dotato di profonda intelligenza, è programmato per vivere nella gioia e per sopravvivere persino in condizioni estreme. Tuttavia rimane fondamentale imparare a osservarlo, ad ascoltarne il respiro, il battito cardiaco, sentirne la temperatura, la vibrazione e il movimento dell’energia al suo interno, percepire il nostro radicamento alla Terra e la nostra estensione verso il Cielo.