Da bambina, essendo la decima figlia e secondo la consuetudine, Ildegarda fu offerta a Dio. Affidata alle cure della monaca di clausura Jutta von Sponheim, Ildegarda fu istruita all’arte del canto e della musica prima di imparare a leggere e a scrivere. I monasteri benedettini sono la culla del canto gregoriano, e Ildegarda si immerse nell’universo sonoro del canto sacro. Nel Liber vitae meritorum Ildegarda ci dà testimonianza dell’importanza della musica e del canto come flusso regolatore dell’armonia tra il Divino e l’umano, tra macrocosmo e microcosmo, tra anima e corpo. Nella raccolta dei 77 Carmina che compongono la sua opera musicale Sinfonia dell’armonia delle rivelazioni celesti, Ildegarda parla dell’uomo e del suo mondo, spiegando come egli può redimersi, riarmonizzarsi e ritrovare la Luce. Ildegarda associa più volte la musica e il canto ad una medicina che cura le grandi malattie dell’uomo: la separazione, l’odio, l’allontanamento da Dio Una grande parte dei suoi Carmina è dedicata a Maria che, in un responsorio, Ildegarda chiama "Mater sanctae medicinae" - madre della santa medicina - una figura essenziale nel progetto di redenzione e di riarmonizzazione dell’uomo grazie a cui può ritornare all’unità con la Natura e con Dio.
Secondo gli studi del noto medico francese Alfred Tomatis, i canti gregoriani sono ricchi di armonici ad alta frequenza, con diretti effetti neurofisiologici sul cervello umano. Esaminando a lungo il suono dei canti Gregoriani con un oscilloscopio, Tomatis ha verificato che contenevano tutte le frequenze dello spettro vocale, da 70 ai 9000 cicli al secondo. Notò che coloro che ascoltano questi canti rallentano il loro respiro entrando in uno stato di tranquillità benefica e soprattutto che sono le alte frequenze ad avere il maggior effetto rigenerante. Secondo Tomatis, i canti, entro il raggio dei suoni ricaricanti, assumono la funzione di un “yoga respiratorio”. Coloro che cantano canti gregoriani rallentano il loro respiro e inducono gli ascoltatori nello loro stesso stato di tranquillità. Il canto gregoriano è un canto religioso tradizionalmente eseguito dalle comunità di monaci benedettini, ma dopo il Secondo Concilio Vaticano molti vescovi e abati sminuirono la sua importanza a favore di un canto più leggero e pop. In particolare Tomatis fu contattato da un monastero in cui l’abate aveva deciso che, le numerose ore dedicate alla pratica del canto gregoriano da parte dei monaci non erano necessarie.In breve tempo i monaci cominciarono a manifestare stanchezza e depressione a causa del rigoroso programma di lavoro e preghiera. Furono contattati medici che però non trovarono una soluzione, correlando i problemi alla dieta vegetariana dei monaci. Anche dopo aver variato la dieta i risultati non arrivarono, fino a quando non fu chiamato il Dott. Alfred Tomatis. Appena seppe che era stata interrotta la pratica del canto gregoriano, capì che questo poteva essere la causa del problema. Senza il suo effetto terapeutico e rigenerativo, i monaci non avevano l’energia e la forza necessarie per sostenere la vita rigorosa che la comunità religiosa richiedeva. Una volta ristabilito il canto quotidiano, i problemi cessarono e il monastero tornò alla regolarità. Ascoltare o cantare canti gregoriani, favorisce la concentrazione e la meditazione, risvegliando risorse energetiche altrimenti non disponibili. E’ importante recuperare tale scienza del sacro per ricostruire le sottili connessioni tra Anima e corpo, tra noi e la Natura, e ritrovare il senso del nostro scopo sulla Terra.