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Ildegarda e i sogni

L’attribuzione dell’attività onirica a un ambito psicologico e multidimensionale è un’acquisizione molto recente. Per secoli i sogni non sono stati considerati un’ esperienza interiore del singolo individuo,  piuttosto un fenomeno sociale e religioso.  Sin dall’antichità sognare era un’attività sacra, una chiave di accesso al mondo degli Dei per riceverne consigli e  guarigione. Nel XII° secolo il sogno si lega sempre più al corpo e a fenomeni psicosomatici, anche se non perderà mai una certa componente profetica. La “psicologia” del XII° secolo dava rilievo al conflitto tra gli opposti, tra vizi e virtù, sottolineando come trovare la strada morale per risolverlo. Fedele allo spirito della sua epoca, Ildegarda assegna ai sogni una valenza morale, descrivendoli come uno stato di  rivelazione (cogitazione simul et revelazione),  attribuendone l’origine alla Grazia Divina ma mettendo anche in guardia su alcuni aspetti illusori e nefasti (cogitazione simul et illusione) che derivano dall’influenza de diavolo. Nel suo trattato “Causae et Curae” ecco cosa Ildegarda scrive sui sogni: «mentre l’uomo dorme, l’anima umana che procede da Dio, talvolta vede cose vere e future e conosce quello che gli uomini faranno, e talvolta tutto questo si avvera. […] Infatti, i molti pensieri, le molte opinioni, i molti desideri da cui l’uomo è occupato durante la veglia, lo gravano anche nei sogni, e lo gonfiano, così come il lievito gonfia la massa di farina, sia che questi pensieri siano buoni, sia che siano cattivi». Questo brano rivela una conoscenza profonda dei meccanismi sottili dei sogni: infatti descrive il sogno un fenomeno che non appartiene soltanto al corpo che dorme, ma all’Anima, riallacciandosi così all’antica conoscenza dei corpi sottili. L’esperienza del “corpo del sogno”, ovvero di una nostra controparte non più materiale ma energetica o spirituale, è descritta in tutte le culture antiche che praticavano l’arte del sognare. È questo corpo energetico che, di notte, viaggia in altre dimensioni, che riceve le informazioni di guarigione da Dio e  che “vede cose vere e future”.  Tuttavia la dialettica tra Dio e Diavolo ha un ruolo centrale nel medioevo e gioca un ruolo preponderante nella formazione dei sogni la cui qualità dipenderà fondamentalmente dalla moralità dei pensieri del sognatore nello stato di veglia: «quando un uomo si addormenta con l’animo preso da una gioia spropositata o da rabbia o da angustie o dall’ambizione di potere o da altri sentimenti di questo tipo, il demonio spesso gli manifesta tutto ciò.  Ildegarda dà varie indicazioni per predisporsi nel modo giusto al sonno ristoratore e propiziarsi dei sogni piacevoli, invitando a consumare dei cibi leggeri e non riscaldanti, a portare sul cuore un diaspro o a mettere sul cuscino un po’ di erba betonica in un sacchetto al fine di evitare gli incubi.  Bere del vino spento (prima bollito poi con una aggiunta di acqua fredda) favorisce il sonno e buoni sogni.  Coltivare le virtù e la purezza della propria anima, mantenere la pace dello spirito sono altresì le condizioni per attirare i sogni profetici, i segni di Dio.

 

 

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