Il 6 gennaio è un giorno magico, carico di una energia particolare in quanto i segni dall’alto si rendono visibili. Le due etimo dal greco epifàino significano: “dall’alto mi rendo manifesto” e il sostantivo femminile epifàneia “manifestazione, apparizione, venuta” dall’alto. Le epifania (plurale) nell’antica Grecia erano le feste dedicate a una particolare divinità durante le quali essa si manifestava, anche solo nel naos, il cuore segreto e inaccessibile del tempio. Dopo che il Cristianesimo fu costruito sulle precedenti liturgie pagane, rimase una sola epifania (singolare), quella di Cristo. Questa celebrazione ricorda la prima manifestazione “pubblica” di Cristo con l’omaggio reso dai tre Re Magi.
Il simbolismo dei tre Re Magi porta altri elementi preziosi: Magi dall’antico persiano magu (magos in greco) significa “grande, sapiente” . Si tratta di un titolo riferito specificamente ai re-sacerdoti persiani, cultori dello Zoroastrismo ed esperti in medicina, astrologia, matematica e altre discipline. Quindi l’incarnazione di Gesù (nascita), come quelli di tutti gli avatar, viene omaggiata da tre persone venute da Terre lontane che, successivamente nel medioevo, furono associate ai tre continenti conosciuti: europeo, africano, asiatico. I Magi sono tre persone che sanno e che sono consapevoli.
L’evento fu annunciato dalla congiunzione Giove Saturno in Pesci, visibile nel cielo dell’anno 6 d.C. (la cosiddetta cometa). I doni dei Re Magi fanno riferimento alla duplice natura di Gesù, quella umana e quella divina. L’oro, offerto dal Melchiorre, il re più anziano, è il dono riservato ai Re. L’incenso, offerto dal re più giovane, Gaspare, è simbolo di purificazione. Inoltre favorisce un clima meditativo per connettersi al divino. La mirra, offerta dal re dalla pelle scura, Baldassarre, era usata nel culto dei morti e per curare le ferite, perché Gesù è anche uomo, e in quanto uomo, è mortale.
Svincolandoci dal significato strettamente religioso, epifania significa in filosofia e letteratura una improvvisa rivelazione spirituale, causata da un gesto o una situazione quotidiani, apparentemente banali, ma che svelano qualcosa di più profondo, di più significativo e inaspettato, una specie di satori come lo stato di unione e di illuminazione sperimentato nella meditazione Zen. Ma senza andare così lontano, potremmo definire epifania una connessione con qualcosa di superiore e di illuminante, una rivelazione. I doni simbolici dell’oro, incenso e mirra ci alludono alla nostra condizione umana, finita e soggetta alla morte, ma anche alla dimensione infinita dell’Anima che ci abita.
Il 6 gennaio, quindi, è una specie di portale energetico che si apre perché possiamo ricevere rivelazioni emozionanti, intuizioni e sperimentare stati di grazia!