Sin dalla più tenera età, Ildegarda di Bingen manifestò doti straordinarie, dimostrando un'intelligenza e una precocità che stupivano. Ma a farne una bambina ancora più speciale, era il dono della veggenza che, come si legge nella sua Vita, si manifestò già all'età di 3 anni. Questa capacità di "vedere" la metteva persino in grado di vedere all'interno del corpo degli animali, come se fosse una specie di radiografia. Tuttavia, quando ebbe quindici anni, la giovane si rese conto con sgomento che questa capacità per lei così naturale non era di tutti e quindi non osò più esternare le sue "strane" percezioni. Oltre alle visioni, Ildegarda manifestava anche capacità taumaturgiche. Le numerose guarigioni miracolose annotate nella Vita catturano l'attenzione sia dal punto di vista psicosomatico sia da quello paranormale.
La guarigione a distanza è oggi un fenomeno di cui si parla molto, cercando di fornire una spiegazione scientifica ad un fenomeno ricorrente nella vita dei mistici. Le miracolose guarigioni operate da Ildegarda si verificavano sia in presenza dei malati che a distanza. Ildegarda ricorreva all'imposizione delle mani, alla preghiera di gruppo e anche all'uso di oggetti concreti di intermediazione che oggi chiamiamo "testimonio", "medium", "supporto" o "veicolo" dell'energia guaritrice. Ad esempio, inviava al malato dell'acqua benedetta, un ciuffo di capelli, un pezzetto di stoffa di un suo abito, indicando di poggiare tali oggetti sulla parte dolente. In altri momenti, invece, Ildegarda usava il potere simbolico delle parole o faceva ricorso ad alcuni piccoli rituali magici che Alejandro Jodorowsky non avrebbe disdegnato: ad una donna di Losanna che invocava il suo aiuto tramite dei messaggeri, Ildegarda la guarì dalle emorragie che la affliggevano con una lettera, da usare in questa maniera: «Metti queste parole sul petto e sull'ombelico, in nome di Colui che dispone ogni cosa giustamente: nel sangue di Adamo è nata la morte; nel sangue di Cristo è spenta la morte. Per questo sangue di Cristo io ti ordino, sangue, di fermare la tua corsa!»
Quando la comunità scientifica odierna si interessò ai fenomeni della vita di Ildegarda, alcuni psichiatri hanno voluto interpretare le sue visioni come stati allucinatori indotti dalle forti emicranie che sembrano averla afflitta sin dall'infanzia. A sostegno di tale asserzione è il fatto che, quando Ildegarda non dava libero corso alle sue visioni o si rifiutava di ubbidire alla Voce che udiva, il suo corpo si immobilizzava costringendola a letto con dolori strazianti. Appena si ravvedeva e accettava gli ordini della Voce Divina, i dolori cessavano e poteva riprendere le sue attività normali. Oggi, la nostra medicina psicosomatica lo spiegherebbe come un conflitto tra subconscio e conscio! Da un punto di vista spirituale, si parla di conflitto tra ego e anima, e il fatto di non assumersi la responsabilità di ciò che l'anima ci chiede è un atteggiamento molto usuale del nostro essere umani. Quindi le visioni e il download straordinario di conoscenze scientifiche che Ildegarda riceveva tramite la Voce Divina, una volta considerate “disturbi della personalità” dalla psichiatria e “anomalie” dalla scienza, rientrano oggi nell'ordine dei fenomeni quantistici della mente non-locale e della coscienza.
La "non-località" è una legge quantistica che regola il mondo dell'infinitamente piccolo, il cosiddetto livello "subatomico". Sostiene che a quel livello non esista più lo spazio/ tempo e che le particelle comunichino istantaneamente. Secondo il fisico Nick Herbert, le proprietà della non-località si estenderebbero anche alla mente che si è dimostrata non essere confinata solo al cervello ed al corpo ma un campo che ci avvolge, capace di interagire con altri campi, persino distanti. Ma è la brillante teoria del biologo britannico Rupert Sheldrake, i cosiddetti “ campi morfogenetici”, a convalidare la non-località della mente. Questi campi d'informazione si estendono nello spazio, formando una specie di immensa memoria a cui tutti gli esseri viventi possono accedere attraverso la loro mente. Sempre, secondo Sheldrake, ogni stato mentale di un individuo può entrare in risonanza con quello di tutti gli altri esseri viventi e scambiare informazioni. Se tutte le nostre menti sono collegate tramite questi campi d'informazione allora fenomeni extrasensoriali come le visioni e la conoscenza intuitiva di una Ildegarda trovano una spiegazione.
Possiamo desumere che alcune facoltà parapsichiche non sono prerogativa dei soli mistici visto che la nostra mente è naturalmente "non-locale" e le sue espressioni più straordinarie sono la guarigione a distanza, l'intuizione creativa, la telepatia, le illuminazioni, i sogni e le visioni, la precognizione, la telecinesi... Sotto questa prospettiva, la mia esperienza onirica con Ildegarda, raccontata in due libri, è da ritenersi un classico fenomeno di non-località.
Marie Noelle Urech