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La cultura della mancanza

La relazione che l’uomo intrattiene con il danaro è sempre stata molto conflittuale. Ancora più nei nostri tempi travagliati che richiedono una profonda rimessa in discussione del nostro sistema economico e della globalizzazione che aumenta il divario tra i ricchi e i poveri. Oggi giorno c’è molta confusione su cos’è l’abbondanza  e su cos’è il danaro che è una delle sue manifestazioni.  Nell’era dello spreco e del consumismo più sfrenato, si è creata una vera e propria cultura della mancanza. Tendiamo sempre a sottolineare ciò che ci manca e che potremmo avere se solo avessimo più danaro, se ce lo potessimo permettere. Rare sono le persone che notano e sottolineano l’abbondanza che c’è nella loro vita, sul piano materiale, affettivo o della salute. Questa miopia è all’origine di  molti conflitti e rivela una scarsa conoscenza delle leggi energetiche che governano la materia e,  in questo caso, la nostra relazione con il danaro.

Ecco alcune credenze e superstizioni della maggior parte delle persone comuni circa il danaro: “I soldi non fanno la felicità”, “Chi ha i soldi la fa da padrone”, “Soldi e spiritualità sono antitetici”, “Chi ha soldi è nelle mani del diavolo, ma chi non ne ha lo è due volte”,  “Chi ha quattrini non ha cuore” oppure sulle lamentele più ricorrenti: “E' colpa della crisi/governo”, “Non c’è lavoro”, “I soldi non bastano mai” etc.
A queste varie forme del pensiero collettivo,  si aggiungono  altre  credenze antitetiche sul danaro e l’etica, su ciò che è giusto o sbagliato. Si cade nel luogo comune che sono i  valori materiali a dominare la  mente dell’uomo e della società e che il denaro sia una cosa negativa, la radice di ogni male,  la causa delle guerre, delle ingiustizie nel mondo. In questo ordine di idee, Dio e il denaro non si mescolano, le azioni umanitarie, la bontà dell’uomo, la spiritualità non possono avere nulla a che fare con il danaro. È facile accorgersi di quanto le nostre convinzioni e pregiudizi siano all’origine di un tale conflitto, come si evince dalle parole di Dostoevskij: “Il denaro è la cosa più volgare e odiosa che ci sia perché può tutto, perfino conferire il talento. E avrà questo potere fino alla fine del mondo”.
Se da una parte, desideriamo attirare nella nostra vita più abbondanza,  e quindi anche prosperità materiale, una altra parte di noi se ne vergogna, considera il danaro una cosa inferiore e bassa. Questo atteggiamento ambivalente attira nella nostra vita esattamente ciò che crediamo. Invece, abbiamo esempi di  molte persone di successo che sono  partite dalla sponda della povertà. Hanno creduto nell’abbondanza della vita e nella forza creativa della loro mente.  Non si sono arresi alle convinzioni negative proprie o degli altri. Esiste in ognuno di noi, un potere creativo in grado di giocare con l’energia della materia, di cambiare in modo decisivo le circostanze avverse. L’esperienza non è ciò che ci accade, è ciò che facciamo con ciò che ci accade.  

Marie Noelle Urech

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